Il commercio ambulante continua a essere una delle forme più dinamiche e accessibili per avviare un’attività. Non serve un negozio fisico e puoi spostarti tra mercati, fiere e manifestazioni, incontrando il pubblico direttamente sul territorio. In Italia esistono due modalità principali per fare il venditore ambulante: come attività continuativa oppure in forma occasionale.
Se hai in mente di partecipare solo a qualche evento all’anno o di testare un’idea di business senza impegnarti subito con una struttura stabile, potresti valutare la strada del venditore ambulante occasionale. Anche in questo caso, però, non basta presentarsi con la merce: la legge prevede obblighi e autorizzazioni specifiche, tra cui la licenza da venditore ambulante occasionale.
Prima di metterti in marcia con il tuo banco o furgoncino, è utile capire che cosa si intende legalmente per “venditore ambulante occasionale” e quale ruolo gioca, in questo contesto, la relativa licenza commerciale.
In questa guida trovi tutto quello che ti serve per sapere come richiedere la tua licenza da venditore ambulante occasionale, di quali documenti hai bisogno, quanto costa e come gestire gli aspetti fiscali e burocratici senza errori.
Cos’è una licenza da venditore ambulante occasionale
In termini pratici, la licenza per venditore ambulante è l’autorizzazione amministrativa che consente di vendere merci su aree pubbliche o in occasione di mercati, fiere ed eventi. A livello operativo però esistono molte sfumature: la normativa nazionale fissa alcuni principi, ma l’applicazione pratica e le procedure spesso dipendono dal Comune di riferimento e dallo specifico tipo di merce che vendi (alimentare o non alimentare). Per questo motivo è fondamentale controllare le regole locali attraverso lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del tuo Comune.
In concreto la licenza serve a regolamentare dove e come puoi vendere: ad esempio stabilisce se puoi esercitare in forma itinerante su più mercati o solo in un singolo posteggio, quali prodotti sono ammessi, e quali requisiti sanitari o tecnici devi rispettare.
Esistono poi distinzioni amministrative importanti: la “licenza di tipo B” è quella che, nella maggior parte dei casi, autorizza il commercio ambulante in forma itinerante su tutto il territorio nazionale (mercati, fiere, posteggi temporanei), mentre altre autorizzazioni riguardano il commercio su posteggi fissi e assegnati dal Comune.
Come ottenere la licenza da venditore ambulante occasionale in 6 passaggi
- Valuta cosa vuoi vendere
- Presenta la SCIA al Comune
- Ottieni l’eventuale autorizzazione sanitaria
- Apri la Partita IVA e iscriviti alla Camera di Commercio
- Richiedi la licenza di tipo B
- Chiedi l’autorizzazione per occupare il suolo pubblico
Ottenere una licenza da venditore ambulante occasionale non è difficile, ma richiede di seguire con ordine alcuni passaggi burocratici. La procedura cambia leggermente da Comune a Comune, ma ci sono fasi ricorrenti che ti aiutano a orientarti. Qui sotto trovi una guida con spiegazioni pratiche ed esempi utili per chiarire cosa serve davvero per mettersi in regola.
1. Valuta cosa vuoi vendere
Il primo passo è capire che tipo di merce vuoi proporre. Non è un dettaglio: vendere abbigliamento, accessori artigianali o prodotti alimentari comporta regole molto diverse.
Questa scelta condizionerà anche il tuo business plan e i successivi adempimenti, quindi ti conviene chiarirla subito.
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2. Presenta la SCIA al Comune
La SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) è il documento chiave che certifica l’inizio della tua attività. Si presenta online o di persona allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune di residenza.
All’interno della SCIA dovrai indicare:
- dati anagrafici e residenza
- tipologia di prodotti che intendi vendere
- modalità di vendita (ambulante occasionale)
- eventuali dichiarazioni relative alla sicurezza o ai requisiti sanitari.
I costi variano in base al Comune: alcuni chiedono solo una marca da bollo (circa 16 €), altri applicano diritti di segreteria che possono arrivare fino a 200 €. In genere, la SCIA produce effetti immediati: dal giorno della presentazione hai l’abilitazione a esercitare, salvo controlli successivi.
3. Ottieni l’eventuale autorizzazione sanitaria
Se vendi alimenti, oltre alla SCIA devi ottenere l’autorizzazione sanitaria dal Comune. In questo caso viene richiesto di dimostrare:
- idoneità dei mezzi di trasporto o delle attrezzature (es. carrelli, banchi refrigerati, ecc.)
- rispetto delle norme igieniche previste dal Regolamento CE 852/2004
- formazione HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points)
Il corso HACCP costa in media tra i 50 e i 100 € e rilascia un attestato obbligatorio per chi manipola o somministra alimenti. L’autorizzazione sanitaria è indispensabile anche se pensi di vendere cibi confezionati: non serve solo per chi prepara alimenti sul momento.
4. Apri la Partita IVA e iscriviti alla Camera di Commercio
Se la tua attività resta veramente occasionale, puoi operare senza Partita IVA, inquadrando i proventi come redditi diversi. Se però pensi di rendere in breve tempo questa attività la tua entrata principale, allora ti conviene muoverti fin da subito per aprire la Partita IVA e iscriverti al Registro delle Imprese. L’iscrizione alla Camera di Commercio comporta anche l’iscrizione al REA (Repertorio Economico Amministrativo) e il versamento di un diritto annuale.
5. Richiedi la licenza di tipo B
La licenza di tipo B è quella che consente di vendere in forma itinerante su tutto il territorio nazionale, partecipando a mercati, fiere ed eventi. Si richiede sempre tramite il SUAP del Comune di residenza, allegando la SCIA, la documentazione sanitaria (se necessaria), i dati fiscali e la marca da bollo.
Una volta rilasciata, la licenza ti consente di esercitare in qualsiasi Comune italiano, senza dover richiedere ogni volta un nuovo permesso. Ricorda però che per ottenere un posteggio in un mercato locale può essere necessario partecipare a bandi o graduatorie comunali.
6. Chiedi l’autorizzazione per occupare il suolo pubblico
Infine, se per vendere devi occupare un’area pubblica (es. piazza, strada, marciapiede), devi chiedere un’autorizzazione specifica al Comune o pagare la tassa per l’occupazione del suolo pubblico (TOSAP o COSAP, a seconda della normativa locale).
Il costo varia molto in base al Comune, alla superficie occupata e alla durata. Per eventi di un solo giorno la cifra può essere contenuta (poche decine di euro), mentre per occupazioni più lunghe i costi crescono. In alcuni casi l’autorizzazione al suolo pubblico è compresa nel permesso per il mercato o la fiera, ma è sempre meglio verificarlo in anticipo.
Costi e tempistiche della licenza da venditore ambulante occasionale
Ottenere una licenza da venditore ambulante occasionale non è particolarmente costoso, ma è importante mettere in conto tutte le voci di spesa per non avere sorprese. I costi variano da Comune a Comune, e in alcuni casi cambiano anche in base alla durata o alla tipologia di prodotto che vuoi vendere. Ecco i costi principali che dovresti considerare:
- Marca da bollo: circa 16 € da applicare alla domanda di licenza o alla SCIA.
- Diritti di segreteria/SCIA: possono andare da 0 a 200 €, a seconda del Comune. Alcuni sportelli SUAP non applicano costi, altri prevedono tariffe più alte.
- Autorizzazione sanitaria: se vendi alimentari, il Comune potrebbe richiedere una tassa istruttoria che in media si aggira sui 30-50 €.
- Corso HACCP: obbligatorio per chi manipola alimenti, costa in genere tra i 50 e i 100 €.
- Tassa occupazione suolo pubblico (TOSAP/COSAP): molto variabile, può andare da poche decine di euro al giorno fino a centinaia di euro per posteggi più grandi o eventi più lunghi.
- Assicurazione RC: non sempre obbligatoria, ma fortemente consigliata per tutelarti in caso di danni a persone o cose. I costi dell’assicurazione di responsabilità civile partono da circa 100 € l’anno.
- POS e commissioni elettroniche: dal 2022 tutti i commercianti sono obbligati ad accettare pagamenti elettronici. Esistono soluzioni senza canone mensile che prevedono solo una commissione per transazione, ideali per chi lavora in mercati e fiere.
Per quanto riguarda le tempistiche, invece, ottenere la licenza è di solito abbastanza rapido. In molti Comuni, la SCIA ha effetto immediato e puoi iniziare a lavorare dal giorno della presentazione. Per i venditori di alimenti, invece, l’autorizzazione sanitaria può richiedere qualche giorno o settimana, a seconda della velocità dei controlli. In media, con tutta la documentazione pronta, bastano 2-3 settimane per essere operativi.
Cosa puoi vendere con la licenza di ambulante occasionale
Con una licenza da venditore ambulante occasionale puoi proporre un’ampia varietà di articoli, ma ci sono alcune regole e limitazioni che è bene conoscere. La distinzione principale è tra prodotti alimentari e non alimentari, perché i requisiti cambiano in modo significativo.
Prodotti non alimentari
Si tratta della categoria più semplice: abbigliamento, accessori, artigianato, libri, giocattoli, piccoli articoli per la casa. Non richiedono autorizzazioni specifiche oltre alla licenza e alla SCIA. Puoi vendere questi prodotti in mercati, fiere, sagre o in forma itinerante.
Prodotti alimentari
In questo caso i requisiti igienico-sanitari sono più stringenti. Servono l’autorizzazione sanitaria del Comune e, se manipoli cibi, il certificato HACCP per dimostrare che conosci le norme di sicurezza alimentare. Come anticipato, anche i prodotti confezionati (come biscotti, conserve o bevande imbottigliate) rientrano nella categoria alimentare e richiedono i requisiti igienico-sanitari. Un esempio tipico sono i banchetti alle fiere gastronomiche o i chioschi temporanei.
Prodotti esclusi
Non tutti i beni possono essere venduti con una licenza ambulante occasionale. Sono esclusi tabacchi, farmaci, carburanti, armi e altri prodotti soggetti a regimi autorizzativi speciali. Per questi servono licenze dedicate, indipendenti da quella di tipo B.
Dove e come puoi vendere con la licenza occasionale
La licenza occasionale non ti consente di vendere ovunque e in qualunque modo, ma apre comunque diverse possibilità. Mercati, fiere, sagre ed eventi locali sono i contesti più comuni, ai quali puoi affiancare anche la vendita itinerante o, in alcuni casi, un canale online.
Mercati rionali e fiere locali
Sono gli spazi più consueti: ogni Comune organizza mercati settimanali e fiere stagionali. Per partecipare devi richiedere un posteggio temporaneo e pagare la relativa tassa di occupazione del suolo pubblico. In questi contesti si trovano sia venditori di alimentari che non alimentari, con un’ampia varietà di offerte.
Sagre ed eventi speciali
Concerti, feste di paese, rassegne culturali: sono occasioni ottime per i venditori ambulanti, perché attirano un pubblico numeroso e predisposto agli acquisti. Anche in questo caso è il Comune o l’organizzatore a stabilire le modalità di richiesta del posto.
Vendita itinerante
Con la licenza di tipo B puoi spostarti liberamente sul territorio nazionale e vendere in forma itinerante, cioè senza un posteggio fisso. È il caso dei venditori che propongono prodotti porta a porta o che si fermano in luoghi pubblici diversi durante la giornata. È importante rispettare i regolamenti locali e non sostare in aree vietate.
Vendita online
Anche se l’oggetto della licenza è il commercio “ambulante”, nulla vieta di affiancare un’attività di vendita online. Tuttavia, se questa diventa prevalente, non può più essere considerata attività occasionale: serve la Partita IVA e gli adempimenti tipici di un ecommerce. In questo senso, la licenza occasionale può essere un ottimo test per capire se i tuoi prodotti funzionano sul mercato, prima di investire in un negozio online.
Venditore ambulante occasionale e professionale: differenze e adempimenti fiscali
- Frequenza e continuità
- Aspetti fiscali
- Autorizzazioni e iscrizioni amministrative
- Requisiti sanitari per alimenti
- Obblighi comuni
- Come passare da venditore occasionale ad ambulante professionale
Sotto il cappello della vendita su aree pubbliche ci sono almeno due profili distinti: chi vende in modo sporadico e occasionale, e chi esercita in maniera continuativa e organizzata. La linea che separa l’attività occasionale dall’attività professionale non è soltanto formale: riguarda frequenza, organizzazione, continuità dell’attività e modalità di promozione. Le conseguenze pratiche riguardano la necessità di aprire la Partita IVA, di iscriversi al Registro delle Imprese o al REA, di ottenere licenze e autorizzazioni specifiche e di rispettare norme sanitarie quando si vendono alimenti.
Vediamo quali elementi definiscono la vendita occasionale e quali, invece, fanno scattare gli obblighi previsti per chi opera in modo professionale.
Frequenza e continuità
Se vendi saltuariamente, ad esempio partecipando tre o quattro volte l’anno a una fiera locale con qualche prodotto artigianale, rientri ovviamente nella sfera della vendita occasionale. Se invece sei presente regolarmente ai mercati del weekend oppure organizzi vendite settimanali in vari Comuni, la tua attività viene vista come abituale. Di base, si tratta del criterio principale che determina quando l’attività diventa professionale.
Aspetti fiscali
Dal punto di vista fiscale, se la vendita avviene in modo discontinuo e con ricavi contenuti non costituisce attività d’impresa. In questo caso puoi inquadrare i guadagni come redditi diversi e dichiararli nel modello 730 o Redditi PF (Persone Fisiche). Non esiste un limite numerico fissato dalla legge, ma superata la soglia indicativa di 5.000 € l’anno o in caso di partecipazione regolare a mercati e fiere, l’attività smette di essere considerata occasionale. In quanto attività continuativa, scatta l’obbligo di aprire la Partita IVA e di iscriversi al Registro delle Imprese tramite la Camera di Commercio e tenere la contabilità prevista per le aziende.
Autorizzazioni e iscrizioni amministrative
Chi vende in forma occasionale può spesso limitarsi a una SCIA o a una comunicazione preventiva al SUAP del Comune prima di partecipare a eventi organizzati. Se però l’attività diventa professionale, servono ulteriori adempimenti, come l’assegnazione di posteggio mediante bandi o graduatorie comunali e l’eventuale richiesta della licenza di tipo A, che garantisce un posteggio fisso nei mercati comunali. Le regole locali variano, quindi la prassi consigliata è sempre verificare con largo anticipo.
Requisiti sanitari per alimenti
Se vendi prodotti alimentari, la regola generale impone che la sicurezza alimentare non sia derogabile, sia che tu venda in forma occasionale, sia per i venditori ambulanti professionisti. Per alcune attività molto sporadiche il Comune può prevedere procedure semplificate, mentre per le attività professionali la disciplina è più stringente, con controlli più frequenti e obbligo di manuale di autocontrollo.
Obblighi comuni
Indipendentemente dalla forma scelta, ci sono obblighi che valgono per tutti i venditori ambulanti, occasionali o professionali:
- Emissione di ricevute o fatture elettroniche: i venditori ambulanti devono emettere documenti fiscali, anche tramite registratori telematici portatili.
- Dichiarazione dei redditi: obbligatoria sia per attività occasionali (redditi diversi) sia per quelle con Partita IVA.
- Rispetto dei regolamenti: è fondamentale rispettare i regolamenti comunali e le regole sull’occupazione del suolo pubblico.
Come passare da venditore occasionale ad ambulante professionale
Se l’attività funziona e i ricavi iniziano a crescere, può avere senso farla diventare la fonte di reddito principale, trasformandosi in venditore o venditrice ambulante professionale. Il passaggio alla professionalità ti consente di avere più opportunità di vendita, partecipare a bandi e manifestazioni di rilievo, oltre che pianificare meglio i tuoi guadagni. Naturalmente comporta più obblighi burocratici e fiscali, ma anche una maggiore solidità nel lungo periodo.
Ecco gli adempimenti per passare da venditore occasionale a venditore ambulante professionale:
- Aprire una Partita IVA: inizia scegliendo un codice ATECO e il regime fiscale più adatto. Molti ambulanti scelgono il regime forfettario, che prevede aliquote ridotte e contabilità semplificata per ricavi fino a 85.000 € annui.
- Iscrizione al Registro delle Imprese: è un passaggio obbligatorio per esercitare un’attività professionale continuativa.
- Iscrizione INPS: necessaria per il versamento dei contributi previdenziali.
- Richiedere la licenza di tipo A: ti permette di avere un posteggio fisso nei mercati comunali, garantendoti stabilità (mentre la licenza di tipo B resta valida per l’attività itinerante).
- Investire in attrezzature professionali: dovrai dotarti di gazebo, furgoni attrezzati, sistemi POS portatili e soluzioni per i pagamenti digitali.
Vantaggi e limiti del commercio ambulante occasionale
Diventare venditore o venditrice ambulante occasionale può essere un buon modo per avvicinarsi al commercio senza affrontare subito tutti i costi e le complessità di un’attività professionale. Ecco perché dovresti prendere in considerazione questa strada e a cosa dovresti prestare attenzione.
I principali vantaggi
Iniziare con una licenza occasionale ha diversi aspetti positivi, soprattutto per chi vuole fare una prova senza impegnarsi in un’attività continuativa:
- Flessibilità: puoi scegliere quando e dove vendere, senza obblighi di apertura fissi.
- Costi ridotti: rispetto a un negozio fisico, le spese iniziali e di gestione sono molto più basse.
- Test di mercato: puoi validare la tua idea di prodotto e capire se i tuoi articoli hanno successo prima di fare investimenti più consistenti.
- Contatto diretto con i clienti: i mercati e le fiere ti permettono di raccogliere feedback immediati e costruire relazioni con il pubblico.
- Attività secondaria e flessibile: vendere come ambulante occasionale è ideale per chi cerca un reddito extra per arrotondare, nei weekend o durante le festività.
I principali limiti
Allo stesso tempo ci sono anche vincoli e svantaggi che è bene valutare prima di scegliere questa strada:
- Ricavi incerti: essendo un’attività occasionale, non puoi contare su un’entrata fissa.
- Vincoli geografici e normativi: devi rispettare i regolamenti comunali, pagare la tassa sul suolo pubblico e rispettare gli orari stabiliti.
- Limiti fiscali: se superi una certa soglia di guadagni, devi aprire la Partita IVA, con conseguenti obblighi più impegnativi.
- Stagionalità: molti eventi o mercati sono legati a periodi specifici dell’anno, quindi i guadagni possono essere discontinui.
- Dipendenza da fattori esterni: il lavoro ambulante implica spostamenti frequenti e può essere condizionato da pioggia, caldo o eventi imprevisti.
Come distinguerti e organizzarti al meglio come venditore ambulante occasionale
Ottenere la licenza è il primo passo, ma per avere successo in un mercato affollato conta anche come ti presenti e come gestisci l’attività sul campo. Di seguito trovi alcuni aspetti che possono fare la differenza.
Concorrenza e differenziazione
Nei mercati e nelle fiere spesso trovi più venditori con prodotti simili ai tuoi. Per emergere, puoi puntare su:
- Prodotti tipici o di nicchia: proporre articoli legati al territorio, artigianato locale o specialità difficili da trovare altrove.
- Packaging curato: anche in un contesto “di piazza” l’occhio vuole la sua parte. Una confezione ben fatta comunica valore e professionalità. Puoi anche optare per un packaging ecosostenibile se il tuo pubblico target è sensibile alle tematiche ambientali.
- Storytelling: racconta la storia dietro al prodotto, magari con cartelli o volantini. Spiegare come e perché hai realizzato un certo articolo crea un legame con l’acquirente.
Un approccio autentico e personale è spesso ciò che convince a comprare da te invece che dalla concorrenza.
Suggerimenti pratici di organizzazione
La parte logistica è altrettanto importante per lavorare in serenità. Ecco a cosa dovresti prestare attenzione:
- Trasporto della merce: valuta soluzioni pratiche per caricare e scaricare velocemente, soprattutto se partecipi a eventi itineranti.
- Allestimento del banco: un’esposizione ordinata e ben illuminata invoglia all’acquisto più di un tavolo improvvisato. Investire in un gazebo, espositori o cartelli può essere utile anche in attività occasionali.
- Permessi aggiuntivi: se prevedi musica di sottofondo, attrezzature particolari o somministrazione di cibi caldi, informati sempre in anticipo in Comune. In molti casi serve un permesso extra oltre alla licenza.
- Gestione degli incassi: avere un POS portatile o un sistema di pagamento integrato ti consente di vendere ovunque e di accettare i pagamenti digitali.
Con una buona organizzazione riduci gli imprevisti e migliori l’esperienza d’acquisto del tuo pubblico.
Inizia con il piede giusto la tua attività da venditore ambulante occasionale
Diventare venditore o venditrice ambulante occasionale può essere il primo passo verso un’attività imprenditoriale più strutturata. Con una licenza di questo tipo hai la possibilità di testare le tue idee, incontrare clienti dal vivo e capire se i tuoi prodotti hanno davvero mercato, senza dover affrontare fin da subito i costi e la burocrazia di un’attività professionale.
Valuta attentamente i passaggi necessari, informati sui requisiti del tuo Comune e considera la licenza occasionale come un’opportunità per sperimentare. Se poi deciderai di fare sul serio, potrai crescere in modo graduale e organizzato, trasformando la tua passione in un vero business.
E se vuoi portare il tuo progetto ancora oltre, un ecommerce ti permette di affiancare alla vendita in piazza o alle fiere anche un canale digitale, raggiungendo clienti in tutta Italia e oltre. Shopify ti offre gli strumenti per aprire un negozio online semplice da gestire, integrato con i pagamenti e adatto anche a chi vuole iniziare un’attività da zero.
Licenza venditore ambulante occasionale: domande frequenti
Quali sono i costi per ottenere la licenza da venditore ambulante occasionale?
I costi variano da Comune a Comune, ma in generale comprendono il pagamento della marca da bollo (circa 16 €), eventuali diritti di segreteria per la SCIA e le tasse di occupazione del suolo pubblico. Se vendi alimenti, va aggiunto anche il costo del corso HACCP.
Con la licenza occasionale posso vendere ovunque?
No. Puoi vendere in mercati, fiere, sagre o in forma itinerante, ma sempre rispettando i regolamenti del Comune in cui operi. Per posteggi temporanei serve un’autorizzazione e il pagamento della tassa di occupazione.
Posso vendere alimenti con la licenza occasionale?
Sì, ma solo se hai ottenuto anche l’autorizzazione sanitaria e frequentato il corso HACCP. Questo vale sia per chi vende cibi pronti che per chi commercializza prodotti confezionati.
Qual è la differenza tra licenza occasionale e professionale?
La licenza occasionale ti consente di operare in modo saltuario, senza obbligo di Partita IVA, entro determinati limiti di guadagno e frequenza. Se però l’attività diventa stabile e continuativa, subentrano gli obblighi di Partita IVA, iscrizione alla Camera di Commercio e all’INPS: in quel caso si parla di attività professionale.
È obbligatorio avere un POS per i pagamenti elettronici?
Sì, la normativa italiana prevede che tutti i venditori, anche occasionali, debbano accettare pagamenti elettronici tramite POS. Alcune soluzioni, come i POS portatili, sono particolarmente adatte per chi lavora in modo saltuario.





